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Intercettazioni, via libera ma è scontro

Il sì alla riforma. Il premier: stop agli abusi, salvo il diritto di cronaca. Forza Italia: quel testo è ridicolo
ROMA Le intercettazioni servono a perseguire dei reati, non a svelare la sfera privata delle persone. È uno dei principi del decreto legislativo varato dal Consiglio dei ministri. «Non limitiamo l’uso delle intercettazioni ma ne contrastiamo l’abuso. Sono uno strumento fondamentale per le indagini ma è evidente che in questi anni ci sono stati frequenti abusi», ha commentato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dopo l’approvazione. Secondo il capo del governo quella che l’esecutivo si avvia ad introdurre, dopo un parere consultivo delle Camere, è una «disciplina più stringente» dello strumento, ma «senza ledere il diritto di cronaca, fissando una serie di meccanismi che rendano sempre più difficili gli abusi, soprattutto per la riservatezza di persone non coinvolte nelle indagini, una soluzione giusta ed equilibrata».Una riforma delle intercettazioni era stata chiesta più volte negli anni da Forza Italia, ma il provvedimento varato dal Cdm non soddisfa il partito di Silvio Berlusconi. Il deputato Francesco Paolo Sisto parla di «riforma semplicemente ridicola» con «un solo, gravissimo effetto: penalizzare l’esercizio dei diritti della difesa, con complicazioni procedimentali che rendono pressoché impossibile il contraddittorio su quanto intercettato, il governo ha a cuore solo gli interessi delle Procure». Anche l’ex ministro Enrico Costa la pensa così: «Sulle intercettazioni la montagna ha partorito un topolino. Il provvedimento non impedirà che le intercettazioni vengano usate a fini di gossip, e trasuda sfiducia verso l’avvocatura».

Di segno opposto la lettura del movimento di Grillo: «Orlando, Gentiloni e il Pd hanno coronato il sogno dei Berlusconi facendo la riforma delle intercettazioni telefoniche, quella riforma che servirà a limitare l’utilizzo delle intercettazioni da parte della magistratura», è la sintesi di Luigi Di Maio.

Per chiarire il senso del decreto legislativo il Guardasigilli Andrea Orlando ha spiegato alcuni tratti salienti della riforma: per alcuni versi disporre le intercettazioni sarà più facile, ma si dovrà «togliere ciò che non è penalmente rilevante dall’insieme delle intercettazioni che vengono utilizzate per il procedimento», e si prevede l’istituzione di «un archivio riservato, dove finiscono tutte le intercettazioni che non sono rilevanti dal punto di vista penale e ci sono una serie di previsioni puntuali che rafforzano il diritto della difesa». Inoltre «ci sono norme che vedono una più forte individuazione della responsabilità nella custodia delle intercettazioni». Il capo della Procura sarà infatti responsabile della custodia e dell’archivio.

Maurizio Lupi racconta il punto di vista di Ap, l’altra costola della maggioranza: «Si tratta di un buon punto di partenza, per il quale Ap in commissione Giustizia si è sempre battuta. Sono prevedibili le grida al bavaglio che non esiste, piuttosto, con questo provvedimento ci avviciniamo con grave ritardo alla civiltà giuridica di quei Paesi dove le indagini coperte da segreto istruttorio restano tali, perché sono fatte per ricercare i colpevoli dei reati, non per fornire materiali scandalistici ai media».

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  • 6 Novembre 20176 Novembre 2017
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