Intercettazioni, via libera ma è scontro

Di segno opposto la lettura del movimento di Grillo: «Orlando, Gentiloni e il Pd hanno coronato il sogno dei Berlusconi facendo la riforma delle intercettazioni telefoniche, quella riforma che servirà a limitare l’utilizzo delle intercettazioni da parte della magistratura», è la sintesi di Luigi Di Maio.
Per chiarire il senso del decreto legislativo il Guardasigilli Andrea Orlando ha spiegato alcuni tratti salienti della riforma: per alcuni versi disporre le intercettazioni sarà più facile, ma si dovrà «togliere ciò che non è penalmente rilevante dall’insieme delle intercettazioni che vengono utilizzate per il procedimento», e si prevede l’istituzione di «un archivio riservato, dove finiscono tutte le intercettazioni che non sono rilevanti dal punto di vista penale e ci sono una serie di previsioni puntuali che rafforzano il diritto della difesa». Inoltre «ci sono norme che vedono una più forte individuazione della responsabilità nella custodia delle intercettazioni». Il capo della Procura sarà infatti responsabile della custodia e dell’archivio.
Maurizio Lupi racconta il punto di vista di Ap, l’altra costola della maggioranza: «Si tratta di un buon punto di partenza, per il quale Ap in commissione Giustizia si è sempre battuta. Sono prevedibili le grida al bavaglio che non esiste, piuttosto, con questo provvedimento ci avviciniamo con grave ritardo alla civiltà giuridica di quei Paesi dove le indagini coperte da segreto istruttorio restano tali, perché sono fatte per ricercare i colpevoli dei reati, non per fornire materiali scandalistici ai media».
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